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Dopo 100 anni la Forma Urbis torna visitabile al nuovo parco archeologico del Celio


Roma antica ai nostri piedi. È questo il colpo d’occhio offerto dal Museo della Forma Urbis che da oggi, assieme al Parco Archeologico del Celio che lo ospita, arricchisce il patrimonio, unico al mondo, della capitale

 Estratto dell'articolo pubblicato su Artemagazine.it il 12 gennaio 2024

Dopo quasi 100 anni, il 12 gennaio ha riaperto al pubblico il Parco Archeologico del Celio e il Museo della Forma Urbis. 

L’inaugurazione ufficiale è stata presieduta dal sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, dall’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, e dal sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce.



Il Parco Archeologico del Celio

Posizionato nel settore settentrionale del colle e rivolto verso il Colosseo, il Parco Archeologico del Celio rappresenta una preziosa oasi verde che ospita importanti testimonianze storiche, tra cui le fondazioni perimetrali del tempio del Divo Claudio. 




Grazie al recupero di edifici come la Casina del Salvi e l’ex Palestra della Gil, insieme alla sistemazione del giardino archeologico circostante, i visitatori avranno accesso a una vasta raccolta di materiali epigrafici e architettonici risalenti alla Roma antica, provenienti dagli scavi realizzati nel corso del XIX secolo.




L’apertura del giardino archeologico rappresenta solo il primo passo di un ambizioso programma che prevede l’allestimento completo dei reperti e l’apertura al pubblico della Casina del Salvi, restaurata per tornare alla sua funzione originaria di coffee-house e ospitare nuove Aule Studio di Roma.




Il Museo della Forma Urbis

Al centro del Parco, nell’edificio dell’ex Palestra della Gil, sorge il Museo della Forma Urbis che ospita i frammenti della celebre Forma Urbis Romae, l’imponente pianta marmorea della Roma antica, commissionata dall’imperatore Settimio Severo tra il 203 e il 211 d.C.


La mappa, incisa su 150 lastre di marmo, era originariamente esposta nel Tempio della Pace, poi inglobato nel complesso dei SS. Cosma e Damiano nel Foro Romano.






Il nuovo allestimento del Museo della Forma Urbis consente una piena fruizione della pianta marmorea da parte dei visitatori, favorendo la leggibilità di un documento che, per ingombro e condizioni frammentarie, si presta poco a una comprensione immediata. Sul pavimento della sala principale del museo sono collocati i frammenti della Forma Urbis, sovrapposti, come base planimetrica, alla Pianta Grande di Giovanni Battista Nolli del 1748.

Cenni storici sulla Forma Urbis Severiana

Realizzata su base di un rilevamento catastale semplificato, rappresentava circa 13.550.000 mq di Roma antica con dettagli sottili e una scala media di 1:240. Orientata secondo l’uso romano con il Sud-Est in alto, la pianta marmorea aveva probabilmente una funzione più celebrativa che pratica, offrendo una visione generale della città.



Scoperta nel 1562, la Forma Urbis ha subito dispersioni e danni nel corso dei secoli. La pianta marmorea è entrata a far parte delle collezioni dei Musei Capitolini dal 1742. Quello che rimane oggi è circa un decimo del totale.

Delle centinaia di frammenti, da piccole schegge a settori di lastra con interi quartieri, solo circa 200 sono stati identificati e idealmente collocati sulla topografia moderna.


Piani futuri per il Colle del Celio

La riapertura del Parco Archeologico si inserisce in una più ampia trasformazione del Colle del Celio e dell’intero Centro Archeologico Monumentale. 

A breve, saranno avviati i lavori di consolidamento e recupero dell’ex Antiquarium Comunale, abbandonato da quasi un secolo. L’area verde del Celio sarà riqualificata e la Nuova Passeggiata Archeologica, lungo via di San Gregorio, connetterà il Parco del Celio con il Centro Archeologico Monumentale.

redazione roma

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